Igino Righetti. Una «giovinezza pensante» (1904-1939), a cura di G. Benzi e N. Valentini, Ed. Studium, Roma 2006
A qualche mese dalla beatificazione dell’ingegner Alberto Marvelli, la Chiesa riminese e la città di Rimini sono state sollecitate a “fare memoria” di un altro figlio di questa terra, un’altra eminente figura del laicato cattolico italiano della prima metà del ’900, troppo a lungo trascurata e persino dimenticata. L’occasione è stata offerta dalla ricorrenza del Centenario della nascita: Igino Righetti nacque infatti il 3 marzo 1904 a Riccione.
Questo volume raccoglie i preziosi materiali elaborati e presentati in due seminari di ricerca distinti, ma strettamente correlati, tesi entrambi a corrispondere principalmente alla profonda esigenze di ravvivare nelle nuove generazioni la memoria della luminosa figura di Igino Righetti, della sua opera e testimonianza, ma anche di offrire nuovo impulso per una ricognizione più sistematica della sua eredità culturale, spirituale e politica. Questa esigenza di ripensamento è avvertita oggi con particolare acutezza, non soltanto dal punto di vista critico e storiografico, ma anche testimoniale, in considerazione della singolare integrità interiore e dell’assoluta fedeltà alla personale vocazione laicale e missione nella Chiesa e nel mondo, che fanno del giovane Righetti un modello particolarmente significativo per il tempo presente.
Il titolo di questa raccolta ha voluto riprendere un’espressione di Mons. Giovan Battista Montini (futuro Paolo VI) che nell’Introduzione al volume su I. Righetti di Augusto Baronicosì affermava: «Igino Righetti rimane […] uno stile, una linea, una forma che custodiva sempre la presenza di qualche elemento spirituale superiore e ideale: un disinteresse assoluto, un’integrità rara, una virilità ferma, un senso magnifico della responsabilità. La sua è stata una giovinezza pensante».
Morto infatti nel 1939 a soli 35 anni, egli in questa breve e intensa esistenza non si è certo sottratto alla paziente “costruzione dell’uomo interiore”, alimentata dalla meditazione della Parola e dalla preghiera, alla “fatica del pensiero” e alla responsabilità dell’azione. Righetti resta una figura eminente del laicato cattolico della prima metà del ’900, ancora in gran parte da scoprire nei sui molteplici risvolti storici e personali sfaccettature. Nella sua opera testimoniale, nella sua concreta esperienza di vita, come pure nei suoi scritti, traspare la matura coscienza della particolare vocazione dei laici nella vita della Chiesa, mettendo in atto tutte le risorse evangeliche nascoste, ma già presenti e operanti nelle realtà temporali.
dalla Prefazione di Natalino Valentini