Per il rilancio della cultura
È ormai celebre l’interrogazione posta da Dostoevskij sulle labbra del giovane nichilista Ippolit: “Quale bellezza salverà il mondo?”. Una domanda nella quale secondo il grande scrittore russo è racchiuso il senso ultimo dell’esistenza. L’uomo, infatti, potrebbe rinunciare a tutto, ma non a quella bellezza che è splendore del vero e del bene, e che potrà salvarci dalla rassegnazione e dalla disperazione. Basterebbe forse questo indizio per comprendere la sfida del tempo presente: la cultura della bellezza come fulcro di una nuova rinascita. In effetti, ripartire dai giacimenti di arte sacra e di cultura presenti nei nostri territori significa non soltanto riscoprire l’immenso universo simbolico e spirituale che li ha generati e che ha plasmato materialmente l’opera d’arte, dando forma alla polis, alla tessitura della città, ma raccogliere la sfida di una crescita umana, sociale, civile e certamente anche economica.
La proposta formativa che si è concretizzata attorno al biennio di specializzazione in Arte sacra e Turismo religioso, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” di Rimini, nasce dunque dall’esigenza di rinsaldare una nuova alleanza tra la creazione artistica ed esperienza religiosa, che nel nostro paese ha dato origine al più vasto patrimonio culturale dell’umanità. Questo percorso formativo intende corrispondere alla specifica vocazione economica e turistica del nostro contesto, puntando alla valorizzazione della cultura e dell’arte come straordinario potenziale di sviluppo economico e civile. Oltre all’obiettivo di creare un polo qualificato di formazione, di studio e di ricerca nell’arte sacra, a partire dall’area romagnola, l’intento è anche quello di offrire concrete opportunità professionali connesse al turismo religioso e culturale, finora generalmente trascurato, nonostante la posizione strategica delle principali città romagnole e il loro ricco patrimonio artistico.
Si avverte oggi l’urgenza di condividere ed elaborare progetti comuni orientati alla tutela e alla concreta valorizzare di questo vasto patrimonio in una prospettiva di innovazione culturale e sociale, tessendo un solido legame tra arte, cultura e sviluppo. Inoltre, lo stesso sviluppo turistico del nostro territorio esige da tempo un radicale ripensamento in termini di riqualificazione culturale, relazionale, ambientale, offrendo la possibilità di coniugare proposte diversificate di eccellenza in una prospettiva unitaria di integrazione reciproca.
In ambito più strettamente ecclesiale occorre poi recuperare la funzione catechetica dell’arte sacra in un rinnovato confronto tra Parola e immagine, Bibbia, arte e cultura, esplorando i nuovi linguaggi dell’evangelizzazione e dell’estetica teologica come nuova via dell’evangelizzazione e di incontro tra fede e cultura. Occorre poi trasformare il bene ecclesiastico in strumento vivo di identità, di memoria e risorsa culturale. Chiese, Santuari, Monasteri, Musei, Archivi, Biblioteche … non sono soltanto una fonte di problemi in termini di costi di manutenzione e di gestione, ma soprattutto una straordinaria opportunità e ricchezza. Ancora oggi il patrimonio culturale rappresenta il più prezioso strumento pastorale del quale le diocesi dispongono, spesso senza neppure rendersene conto.
Tuttavia la sfida cruciale è quella che riguarda un radicale ripensamento del legame tra arte, cultura e sviluppo, intesi in prospettiva allargata come educazione, creatività, studio, ricerca, innovazione, invenzione, ma anche occupazione sociale. Le Chiese particolari, anche a livello locale, possono svolgere un ruolo decisivo nel processo di valorizzazione dell’arte sacra e nella crescita di un turismo culturale e religioso, contribuendo con un proprio apporto peculiare. Tuttavia ciò impone un vero dialogo tra le diverse realtà coinvolte in questo processo: l’ambito della gestione del patrimonio artistico; della ricerca culturale e della formazione scientifica; delle Istituzioni politiche del territorio. Una politica al servizio del bene comune non può non farsi carico di questo compito, a partire da un sano principio di sussidiarietà.
Natalino Valentini